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Autore Il divo
oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 28-05-2008 23:42  
Questo è anche migliore di Gomorra. Duro e senza mezze misure affonda il colpo. Asciutto come gli altri film di Sorrentino.
Viva il cinema italiano.
A breve un commento più sensato... questa è l'euforia.
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Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 29-05-2008 13:43  
Oronzo, io l'ho visto ieri sera. Dovendo scegliere, poiché erano in programmazione tutti e due nella multisala, ho preferito vedere prima il Divo, conoscendo già il libro di Saviano.Ti quoto, il film è bello, mordace, asciutto,connotato da immagini visionarie non perché non siano vere ma per come sono state gettate lì, come sprazzi di luce nella mente,improvvisi, come colpi di pistola.Non sono brava a fare una recensione, ma posso dire che Sorrentino merita ampiamente per il suo lavoro.Nel primo tempo dialoghi filosofici, esistenziali dove appare un Andreotti non troppo scoperto, nel secondo i dialoghi sono più mirati e concreti,magistralmente interpretati da un attore all'altezza, ma anche gli altri, tutti bravissimi, da Bosetti alla Degli Esposti, e soprattutto mi è piaciuto quello che interpreta Cirino Pomicino, di cui, scusate, non ricordo il nome ma che ho apprezzato al fianco di Salemme.Auguri vivissimi al cinema italiano e alla sua rinascita.

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E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste.......

[ Questo messaggio è stato modificato da: ginestra il 29-05-2008 alle 16:10 ]

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 29-05-2008 23:05  
davvero bello

Trama: Una interpretazione feroce ed amara della vita di Giulio Andreotti, uomo politico oggi quasi novantenne, sette volte presidente del consiglio e che ha subito pesanti accuse di collusione con la mafia. Alla fine dei vari processi venne assolto dalle accuse. Fu chiamato in molti modi, uno di questi fu Divo Giulio, richiamando con esso la sua importanza nella scena politica italiana e il suo essere sempre al centro dell'attenzione durante la sua carriera, dove divenne famoso anche per le sue frasi taglienti ed ironiche.



Commento: Film vincitore del Premio Speciale della Giuria al festival di Cannes. Finalmente arriva sui nostri grandi schermi (su quelli piccoli si spera arrivi a tempo debito) l'ultimo attesissimo film di Paolo Sorrentino, l'autore di ottimi film come Le conseguenze dell'amore e L'amico di famiglia con il suo attore feticcio Toni Servillo, strepitoso nel dare volto a un ritratto lucido, intenso e al tempo stesso amaro di un personaggio carismatico come Giulio Andreotti. Il film parte in maniera strepitosa, con un Andreotti che pratica
l'agopuntura per poter lenire i dolori da emicrania che tutti i pensieri e le preoccupazioni gli hanno procurato. Quasi a voler liberare ogni male raccontandolo, ecco che parte il film (con la stessa grafia dei titoli di Gomorra sia nell'apertura che nella chiusura, solo che nel film di Garrone è di colore rosa e in questo rossa) che ci narra di come il Divo Giulio (nomignolo datogli da Carmine Pecorelli) si debba scontrare con le accuse di collusione con la mafia mossegli da vari pentiti e riprese dai tribunali di Palermo e Perugia durante gli ultimi anni della sua vita politica. Andreotti, secondo il film, aveva intessuto attraverso il suo entourage, cosidetta la sua corrente (definita "cattiva corrente", che comprende anche influenti personaggi ecclesiastici), una fitta ragnatela di stratificati rapporti politico sociali per ottenere benefici di vario tipo. I sospetti che potesse avere dei forti interessi con cosa nostra furono alimentati dal fatto che due persone come il generale Dalla Chiesa e Mino Pecorelli furono barbaramente assassinati dopo aver in vari modi cercato di dimostrare questo teorema.
Con il solito modo asciutto e totalmente rigoroso (le inquadrature se possibile sono ancora più fisse e squadrate del solito) Sorrentino si concentra a mostrare la propria interpretazione del flusso degli eventi, con intelligenza mette anche delle scritte, in rosso, sullo schermo che dicono periodo e nome del personaggio, ce ne sono tantissimi citati, da Cirino Pomicino, Totò Riina, Giovanni Cossiga, Sindona e Calvi, ma anche Falcone e la sua barbara uccisione (favolosa la scena dell'auto che ricade simulando la dinamica dell'attentato avvenuto lungo l'autostrada). Non tutti sono a conoscenza di ogni cosa, per cui questo didascalico lavoro allarga la comprensione del bacino di spettatori. Ma il regista non fa solo questo : aiutato da un Servillo in stato di grazia (in un monologo disperato ad alta voce vi farà venire i brividi), scava nel personaggio e ce lo dona come un uomo accentratore, eroso dalla sete di potere ma metodico, che non rinuncia alla passeggiata notturna seguito a passo d'uomo dalla scorta. Si ferma assorto davanti a un macellaio (il mondo politico come una sorta di mattatoio) e sente Renato Zero in televisione che canta "I migliori anni della nostra vita" con l'unica persona di cui può veramente fidarsi, la moglie Livia interpretata da Anna Bonaiuto.
Oltre a questo toccante momento da segnalare la scena dell'arrivo in gruppo dei collaboratori, tutti in nero, che sembra l'arrivo delle Iene di Tarantino e che sembra più una banda mafiosa che un gruppo politico.
I movimenti di Servillo sono rigidi per via della famosa posizione china a gobba (sull'argomento sentirete anche la famosa battuta di Beppe Grillo "Non sapremo mai la verità su Andreotti, la sapremo quando morirà e gli toglieranno la scatola nera dalla gobba...") e ricalcano perfettamente quelli reali, aumentando la similitudine.
Il disegno si completa con la figura dei personaggi laterali a volte godibilissimi, a volte soggiogati dalla personalità di Andreotti, sopratutto con il personaggio di Cirino Pomicino (un Carlo Bucirosso che si muove quasi come un folletto), mettendo in scena anche scene grottesco stairiche come quella del ballo dei festeggiamenti iniziali.
Mettendoci nei panni di Andreotti, sicuramente il film è decisamente sopra le righe e la definizione da parte sua "Una mascalzonata" la possiamo capire benissimo, perchè è indiscutibile che una pellicola tanto ferocemente critica non è facile da digerire, sopratutto perchè davvero monodirezionale nel presentarsi, non aspettatevi cambi di direzione nel presentare da parte di Sorrentino la propria visione (a pollice verso sul Divo). L'inossidabile e granitico uomo politico non si muove dalle sue posizioni di un centimetro, ed ha il terribile rammarico di non essere mai diventato Presidente della Repubblica. Sui fotogrammi finali l'esito dei suoi processi con la scritta Il Divo che diventa sempre più grande e fagocita il tutto. Il paragone con Il caimano morettiano è d'obbligo, ma diversamente da quella pellicola su Berlusconi qui tutto è oscuro, sotteraneo e molto più graffiante per una serietà di fondo più marcata.
Facciamo notare l'inserimento delle musiche, molte volte inadatte e fracassone per dare ridondanza, maggiore rigore anche sonoro sarebbe stato gradito, mentre la fotografia quasi sempre oscura fa davvero un bel clima d'effetto.
In definitiva un film costruito benissimo, con un superbo interprete a dir poco eccezionale, calato negli anni che racconta con grande rigore filmico. Ha il difetto di essere assolutamente un film che non ha pietà o bidirezione nel raccontare calunnie, sospetti e macchinazioni possibili passate, ma incredibilmente consegna stupendamente la figura di un uomo comunque forte, intelligente e dominatore. E in fondo questo, a un sarcastico come Andreotti, non può essere sfuggito. Sorrentino si dimostra un grande cantore pieno di qualità, e gli artisti che si impegnano tanto per fornire un biopic tanto affascinante e storicamente corretto in date e situazioni (aderente alla realtà o meno nelle accuse è da vedere, ma questo è un altro discorso) hanno dalla loro l'eredità di grandi registi di denuncia e fortunatamente sanno riconciliarci con il cinema italiano.

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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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MissDiane

Reg.: 28 Mar 2008
Messaggi: 49
Da: firenze (FI)
Inviato: 30-05-2008 14:32  
L'unica parola che riesco a pronunciare a distanza di un giorno dalla visione di questo film è capolavoro.

Necessita una seconda visione, nel frattempo: bentornato cinema italiano

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 30-05-2008 15:24  
qualcuno riesce a confermarmi che la laurea che viene inquadrata è dell'università di Camerino?
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Michael J. Fox
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TomThom

Reg.: 07 Giu 2007
Messaggi: 2099
Da: Mogliano Veneto (TV)
Inviato: 31-05-2008 11:18  
Se questa è la rinascita del cinema italiano, bè, preferisco tenermi stretti i Vanzina.
E se l'altrettanto osannato Gomorra, che devo ancora vedere, bazzica questi lidi...Mah.

Deluso, delusissimo. Terribile.
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 31-05-2008 12:13  
quote:
In data 2008-05-30 15:24, oronzocana scrive:
qualcuno riesce a confermarmi che la laurea che viene inquadrata è dell'università di Camerino?




si, anche io ricordo Camerino.
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A me è piaciuto, lo trovo un chiaro discendente (per approccio, non per stile ) di The queen. Questo però è barocco, spesso ridondante, con momenti di cinema altissimo, ma anche qualche passaggio a vuoto soprattutto a livello narrativo (che c'entra la Ardant?).
Penso poi che Sorrentino abbia una gran difficoltà a chiudere i propri film, dopo L'uomo in più, non ne ha azzeccato uno(non che facciano schifo, ma li vedo sotto il livello del resto del film). Il processo come fase finale non lo vedo come punto di arrivo per un film incentrato sull'imperscrutabilità di un uomo le cui azioni sono tuttora (nonstante le sentenze) piene di ombre.
Bello, senza dubbio, e con un inizio folgorante, ma non mantiene fino alla fine quel ritmo.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Hegel77

Reg.: 20 Gen 2008
Messaggi: 298
Da: Roma (RM)
Inviato: 31-05-2008 12:23  
D'accordo con gatsby.
Grandissimo film con un finale che non è all'altezza.
Anche L'Amico di Famiglia e soprattutto Le Conseguenze dell'Amore hanno dei finali che lasciano perplessi.
_________________
Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio

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TomThom

Reg.: 07 Giu 2007
Messaggi: 2099
Da: Mogliano Veneto (TV)
Inviato: 31-05-2008 12:33  
Sorrentino, Sorrentino...Ma che hai combinato...

Dovrebbe essere un film grottesco?? Straborda nella comicità involontaria.
Dovrebbe essere un film di denuncia? Inciampa in una macchiettistica riproposizione di un personaggio talmente artefatto da risultare insopportabile, oltre che improponibile.

Di una banalità sconfortante, per le cose che dice o che vorrebbe far sottintendere, già arcinote e straripetute fino alla nausea in 50 anni di storia italiana, tra l'altro raccontate con poco stile e con insopportabile leziosità...(sorvolando sull'uso "fico" della colonna sonora, un must per il trendyssimo Sorrentino dover per forza risultare originale).
Ad un certo punto ho temuto di veder saltar fuori un Mr.Pink di Tarantiniana memoria, ben sottotitolato e spiegato in rosso, pronto a fare fuoco in slow motion su qualche agente di polizia, così, perché sarebbe stato cool mettercelo...

Il risultato del delirio di onnipotenza sorrentiniano è un polpettone fumettistico che oltre ad essere un ritratto scadente e banale di uno degli uomini più importanti ed influenti (nel bene e nel male) della politica italiana degli ultimi 200 anni (guerre puniche a parte, come dice Il Divo Giulio in uno dei rari momenti di comicità velenosa del film), vorrebbe risultare, e questo è il suo più grave difetto, un film biografico.
Se me lo avessere presentato come film comico, forse me lo sarei goduto di più...(il finale seriosissimo ha tra l'altro aumentato in me la già precedente e dilagante ilarità...)

Un film finto e ingessato, mummificato come le orecchie posticce di un sempre pur bravo Servillo. Brutto, brutto, brutto.

Aridateme Francesco Rosi, ve prego...
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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 31-05-2008 14:48  
D'accordo con Gatsby, che c'entra l'Ardant? Non compare nemmeno nei titoli di coda. Per il resto, ribadisco, mi è piaciuto.Non capisco perché molti hanno criticato la fine,quanti film hanno peccato di questo difetto; ma poi, perdonatemi, come si fa a dare una fine, quando Andreotti è ancora vivo e vegeto ed aleggia il forte sospetto che continuerà a seppellire altri ancora, oltre quelli da lui citati nella pellicola e la stessa magistratura non ha potuto contro di lui?E' il personaggio che inevitabilmente conduce per mano sia la narrazione che il regista, ho avuto questa sensazione.
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ines49

Reg.: 15 Mag 2004
Messaggi: 376
Da: PADOVA (PD)
Inviato: 01-06-2008 23:55  
Decisamente geniale Sorrentino per come ha trattato "l'argomento" Andreotti e sicuramente coraggioso nel dipanare il percoso politico di questo mostro sacro vivente, protagonista delle terribili vicende italiane. Ottimi gli attori e come al solito Servillo è insuperabile.


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Hegel77

Reg.: 20 Gen 2008
Messaggi: 298
Da: Roma (RM)
Inviato: 02-06-2008 11:20  
quote:
In data 2008-05-31 14:48, ginestra scrive:
D'accordo con Gatsby, che c'entra l'Ardant? Non compare nemmeno nei titoli di coda. Per il resto, ribadisco, mi è piaciuto.Non capisco perché molti hanno criticato la fine,quanti film hanno peccato di questo difetto; ma poi, perdonatemi, come si fa a dare una fine, quando Andreotti è ancora vivo e vegeto ed aleggia il forte sospetto che continuerà a seppellire altri ancora, oltre quelli da lui citati nella pellicola e la stessa magistratura non ha potuto contro di lui?E' il personaggio che inevitabilmente conduce per mano sia la narrazione che il regista, ho avuto questa sensazione.




A parte il fatto che comunque Andreotti è stato riconosciuto colpevole di avere "appoggiato" la mafia almeno fino al 1980 (ma il reato è andato in prescrizione e questo non significa che è stato assolto) il problema del finale è un problema del non riuscire a trovare una conclusione geniale ad un film geniale.
Per esempio io avrei chiuso con una lunga carrellata sui fascicoli dell'archivio segreto di Andreotti con una oscurità che avanza man mano che la mdp va avanti fino ad arrivare alla dissolvenza in nero.
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 02-06-2008 13:21  
o anche con la moglie che dice di conoscere solo lei, il vero Andreotti. Il film ha almeno 3 momenti prima dell'effettiva conclusione, in cui si poteva concludere (meglio).
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oldboy83

Reg.: 06 Gen 2005
Messaggi: 4398
Da: Mogliano (MC)
Inviato: 03-06-2008 01:54  
quote:
In data 2008-05-30 15:24, oronzocana scrive:
qualcuno riesce a confermarmi che la laurea che viene inquadrata è dell'università di Camerino?




è lei.
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Una sola cosa è certa: da questa vita non ne usciremo vivi.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 05-06-2008 10:37  
quote:
In data 2008-06-02 11:20, Hegel77 scrive:
Per esempio io avrei chiuso con una lunga carrellata sui fascicoli dell'archivio segreto di Andreotti con una oscurità che avanza man mano che la mdp va avanti fino ad arrivare alla dissolvenza in nero.

minchia oh, bello.
peccato solo che non ci avrebbe azzeccato niente col film
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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